Confronto tra le toghe
Venti giorni fa era stata Magistratura democratica, la corrente di sinistra delle toghe a lanciare un appello ai giudici che lavorano al ministero della Giustizia: voi che avete "giurato fedelta' alla Costituzione" non date "in alcun modo" il vostro "contributo" a progetti legislativi che "mostrano un intento vendicativo verso i magistrati", cioe' alla riforma costituzionale della giustizia.
Ora un altro dei gruppi organizzati della magistratura, il Movimento per la Giustizia, rivolge ai giudici che sono all'ufficio legislativo o comunque in ruoli chiave di via Arenula la sollecitazione a riflettere sulla "compatibilita' della loro permanenza al ministero con la politica della giustizia che, con la loro collaborazione tecnica, si sta attuando"; il che vuol dire a ragionare sulla possibilita' di dimettersi. Una richiesta che finira' inevitabilmente per pesare nel dibattito in corso dentro l'Associazione nazionale magistrati, che tra una settimana esatta, sabato prossimo, dovra' decidere se rispondere con lo sciopero o con altre iniziative di mobilitazione alla riforma che le toghe giudicano "punitiva" nei loro confronti. La sollecitazione ai "ministeriali" a fare un passo indietro e' contenuta in un documento approvato dal direttivo del Movimento per la giustizia, alla vigilia dell'approvazione della riforma da parte del Consiglio dei ministri, ma quando ormai erano noti i suoi contenuti principali. I vertici della corrente si dicono "convinti che i magistrati abbiano il dovere di mettere la loro cultura e la loro esperienza al servizio del Paese anche dando un contributo tecnico all'attivit… del Governo: pensiamo che questa forma di collaborazione istituzionale -scrivono- sia indispensabile per la realizzazione dei compiti che la Costituzione assegna al Ministro della giustizia e riteniamo che quest'attivit…, temporanea come tutte quelle fuori ruolo, debba lealmente svolgersi qu