Giovani, donne innamorate, galeotti e anche sacerdoti tra i mittenti delle lettere che i boss di Cosa nostra Bernardo Provenzano e Totò Riina ricevono in carcere e sulle quali sono in corso accertamenti degli inquirenti. Lo scrive Panorama in edicola domani in un servizio del quale è stata diffusa un'anticipazione. "Don Bernardo, le tue preghiere e la tua Bibbia sono più sacre di quelle del Papa", "Caro Totò Riina, l'ammiro come uomo per quello che ha fatto, potrebbe essere mio padre e ne sarei fiero": questi alcuni dei brani delle lettere inviate ai boss detenuti in regime di 41 bis e pubblicati dal settimanale. Le missive sarebbero inviate, scrive Panorama, da fan che "individuano nei due capimafia il punto di riferimento per richieste di aiuto, consigli, preghiere, ammirazione, indignazione per 'l'ingiustizià del carcere e che sono accompagnate spesso da immagini di San Leoluca, patrono di Corleone, e di Santa Rosalia, patrona di Palermo. Sulle lettere indagano la procura di Palermo e la procura nazionale antimafia: "C'é sempre il sospetto che persino le preghiere spedite - dice a Panorama il procuratore nazionale antimafia Piero Grasso - nascondano messaggi criptati. Si prendono brani del Vangelo, preghiere e su quel testo si costruisce un cifrario criptato".
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