RAMALLAH- Intimidazioni, violenze, costruzione illegale di barriere e abuso di potere: sono alcuni dei metodi usati dai coloni israeliani in Cisgiordania per appropriarsi delle terre palestinesi e documentati nell'ultimo rapporto diffuso dall'organizzazione per la difesa dei diritti umani nei Territori palestinesi occupati (Tpo) B'tselem, dall'evocativo titolo ‘Accesso negato', un dettagliato documento di 58 pagine. "I coloni, talora sostenuti dalle forze di sicurezza, attaccano con violenza i palestinesi che tentano di avvicinarsi agli insediamenti, recintati da barriere e muri che di fatto impediscono il libero passaggio delle persone" afferma il rapporto citato dall'agenzia Misna secondo cui "bloccare l'accesso nelle aree limitrofe agli insediamenti costituisce uno dei metodi più utilizzati per espandere le colonie". In alcuni casi, prosegue il documento, questi stratagemmi hanno consentito ad alcuni insediamenti "di occupare una superficie fino a due volte e mezzo più estesa". Blocchi, cementificazione e pavimentazione che, anche se realizzati dai coloni, spesso implicano una complicità da parte delle autorità israeliane che "chiudono un occhio se non tutti e due" ed evitano di applicare la legge contro quello che si definisce un vero e proprio "crimine" ai danni dei palestinesi. Particolarmente evidente, in questo contesto, è la questione delle "zone di sicurezza speciali" (ssa), 12 insediamenti a est della barriera costruita da Israele - definita da alcuni ‘muro dell'apartheid' e da altri 'della vergogna' - circondati da anelli di terra sottratti ai proprietari palestinesi per presunti "motivi di sicurezza". Ogni metro di terra chiuso all'accesso significa che "i contadini palestinesi sono obbligati a sospendere la coltivazione delle terre", principale voce dell'economia.
http://italian.irib.ir/index.php?option=com_content&task=view&id=4069&Itemid=22
Nessun commento:
Posta un commento