venerdì 25 febbraio 2011

Silvio: per gli Usa un leader che è una disgrazia e un motivo di imbarazzo

Domanda da cento milioni: sapreste indovinare a quale Presidente del Consiglio si riferiscono gli americani?

Ormai parlare dei giornali stranieri che ci deridono per le imprese di Berlusconista diventando come gli esercizi di grammatica delle scuole medie: doloroso ma necessario. Stavolta è ilProgress Report che cerca di spiegare al suo pubblico cosa capita inItalia. Lo deve spiegare perché nel resto del mondo la gente comune resta attonita quando sente raccontare le storielle del Bunga Bunga. Siccome uno non riesce a capacitarsi, glielo spiegano per bene, con tutti i link del caso.

ANNIVERSARIO – Altro fatto (come se non bastassero tutti gli altri) che inorridisce assai il popolo statunitense, innamorato da sempre della propria patria a stelle e strisce, è che tutto ciò avvenga nel 150esimo anniversario della nascita del nostro paese. Per non dire dell’atteggiamento ambiguo nei confronti di Gheddafi all’inizio della rivolta libica, ambiguità che è stata corretta solo ora che Gheddafi ha deciso che odia l’Italia. Ci ha preceduto lui, insomma, mentre noi stavamo tentennando in attesa di decidere quale posizione prendere di fronte a un dittatore che massacra la folla. Queste cose vengono notate nel resto del mondo, anche senza bisogno dei cable di Wikileaks.

PAESE INFLUENTE – “In tempi di globale debolezza economica, di sfide economiche inEuropa, di rivoluzioni in Nord Africa, mentre la Nato è impegnata di Afghanistan, è il momento sbagliato per un paese importante come l’Italia di avere un leader che è diventato una disgrazia nazionale e un motivo di imbarazzo globale”. Come dar torto a chi fa tale osservazione? Poi, al culmine della desolazione, inaspettata giunge questa frase: “l’Italia è un paese molto influente e importante negli affari mondiali. Ha la settima economia del mondo e il nono budget mondiale investito nella difesa. È uno dei paesi fondatori della Comunità Europea ed è stato membro del G-8 e del G-20.” Non sembra nemmeno che si parli di noi, talmente abbiamo perso la stima di noi stessi. Però noi siamo riusciti a fare anche queste cose, ma ce lo siamo dimenticato, tra un bunga bunga, una tenda di Gheddafi in centro a Roma e un lettone di Putin. Davvero devono essere gli americani a ricordarci chi siamo?

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