In un discorso di 80 minuti il Colonnello aveva chiesto negoziati con Usa e Francia per "fermare le bombe", pronto a un cessate il fuoco. La minaccia: "Porteremo la guerra in Italia". Poi il bombardamento, scene di giubilo a Bengasi
TRIPOLI - Saif al-Arab, figlio più giovane del dittatore libico Gheddafi, è stato ucciso nella notte in un raid aereo della Nato. Lo ha confermato un portavoce del regime. Il Colonnello si trovava nella stessa casa bersaglio del bombardamento, è rimasto illeso insieme alla moglie. Morti tre suoi nipoti. Alla notizia, Bengasi, città in mano ai ribelli, ha festeggiato. Secondo le prime notizie, Gheddafi si trovava insieme a parenti e amici proprio nella casa del figlio Saif, 29 anni. Protesta il governo libico: "E' stata un'azione diretta ad uccidere il leader di questo paese". I pochi giornalisti occidentali presenti a Tripoli sono stati accompagnati a visitare una villa distrutta dai bombardamenti, in un quartiere residenziale della città. Altre esplosioni sono state udite nei pressi del bunker dove presumibilmente è ora rifugiato il Colonnello.
Chi era il figlio (scheda Ansa). Saif al Arab Gheddafi era il sesto figlio del leader libico. Secondo i media americani, a differenza del fratello Saif al Islam, al Arab non era mai apparso in televisione e aveva rilasciato pochissime dichiarazioni pubbliche. Sua madre è Safia Farkash, la seconda moglie del colonnello.
Saif al Arab nel 2006 si era iscritto alla Technical University di Monaco di Baviera, in Germania. Secondo quanto riferito da Al Jazira, il figlio di Gheddafi nel suo periodo universitario a Monaco aveva passato il tempo più che altro andando a feste e dedicandosi a business non specificati. Secondo una denuncia alla polizia tedesca, nel 2006 Al Arab fu coinvolto in una rissa con un buttafuori in un night club di Monaco. Nel 2008 sempre a Monaco fu presentata una nuova denuncia per l'eccessivo rumore che faceva la sua Ferrari F430, che fu sequestrata.
Al Arab Gheddafi fu sospettato, sempre nel 2008, di tentare di portare una pistola e delle munizioni da Monaco a Parigi servendosi di un'auto dotata di targa diplomatica. Il caso fu successivamente lasciato cadere dalle autorità tedesche per insufficienza di prove.
La risoluzione 1970 dell'Onu aveva imposto un divieto di viaggio a Seif Al Arab, ma non il sequestro dei suoi beni all'estero, come per altri figli dei rais. Dopo l'inizio della rivolta, il giovane Gheddafi era stato mandato dal padre all'est al comando di truppe per combattere gli insorti.
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