Milano, 28 nov. (Adnkronos/Ign) - E' stato aggiornato al 19 dicembre il processo milanese sul caso Mills dove Silvio Berlusconi è imputato per corruzione. In quella data tornerà la videoconferenza con Londra per stabilire con quali modalità interrogare Davide Mills. In particolare i giudici italiani dovranno decidere se il legale inglese deve essere ascoltato come semplice testimone, quindi con l'obbligo di dire tutta la verità, oppure come teste-imputato in procedimento connesso, con la possibilità di avvalersi della facoltà di non rispondere.
L'interrogatorio in videoconferenza del legale inglese era previsto per oggi ma c'è stato uno scontro tra l'ordinamento italiano e quello inglese. I giudici inglesi avevano chiesto preventivamente di sapere che tipo di testimonianza viene sollecitata, su quali argomenti e sulla base di quali documenti perché, hanno spiegato, non è possibile consentire una testimonianza 'al buio'.
Silvio Berlusconi è arrivato questa mattina al Tribunale di Milano per partecipare all'udienza del processo. "Ho fatto fatica a non addormentarmi" ha commentato il Cavaliere per il quale non solo l'udienza di oggi ma tutto il processo "è farraginoso". E' ''incomprensibile la pervicacia dei giudici milanesi'' del caso Mills, ha dichiarato il leader del Pdl in una pausa del procedimento.
''E' un processo che non avrà un esito giudiziario perché a febbraio scatta la prescrizione'' ha sottolineato, e proprio per questo ''quando un processo non può avere effetti giuridici perché interviene la prescrizione è evidente che bisogna abbandonare per doverosi motivi di economia processuale''. Eppure, ''qui c'è un'evidente e persistente volontà di continuare per arrivare al nulla''.
Quanto al legale inglese, "avrei voluto vedere Mills in azione - dice Berlusconi - aspetterò la prossima volta.Da lui mi aspetto la verità perché in questo processo se l'è inventata grossa". L'ex premier si riferisce alla versione data da Mills al fisco inglese sui 600mila dollari che per l'accusa milanese sono il frutto di una corruzione. Mills però "ha preferito dichiarare, per pagare meno tasse, che si trattava di un regalo e ha chiamato in causa, per primo, il manager Carlo Bernasconi, che era morto. Poi in Italia si è deciso a raccontare la verità".
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