venerdì 24 febbraio 2012

Rogo Corano, le proteste dilagano In Afghanistan almeno 12 i morti

(Xinhua)  
Kabul, 24 feb. - (Adnkronos/Aki) - Nuova giornata, la quarta consecutiva, di violente proteste in Afghanistan dopo la notizia di alcune copie del Corano bruciate in una base americana. Cortei si registrano in diverse città del Paese. Il bilancio delle vittime sale ad almeno 12 morti.

Secondo la Bbc, che cita fonti mediche, a Herat sono rimaste uccise almeno tre persone, dopo che una folla di manifestanti ha tentato di assaltare il consolato americano. Nei disordini sono stati dati alle fiamme alcuni mezzi della polizia e diversi agenti sono rimasti feriti. Altre quattro persone sono rimaste uccise nel distretto di Adraskan, sempre nella provincia occidentale di Herat, dove - stando alla Bbc - si è registrata anche un'altra vittima.


L'agenzia di stampa Dpa, invece, riferisce dell'uccisione di una persona e del ferimento di 11 a Pul-i-Khumri, nella provincia di Baghlan, dove un gruppo di dimostranti ha tentato di assaltare il Provincial Reconstruction Team (Prt) a guida ungherese. ''La polizia - ha spiegato Zamanuddin Husaini, numero due della polizia provinciale - ha sparato in aria nel tentativo di disperdere la folla''. Secondo Husaini, i manifestanti erano ''riusciti a oltrepassare il recinto di filo spinato e a rimuovere le barriere di protezione'' esterne della base.


Un'altra persona è invece rimasta uccisa a Kabul da colpi d'arma da fuoco esplosi durante una delle varie manifestazioni organizzate nella capitale.


Nella provincia di Herat sono dispiegati la maggior parte dei militari italiani in Afghanistan nell'ambito della missione della Forza internazionale di assistenza alla sicurezza (Isaf). Ma nelle basi italiane dislocate nell'Afghanistan occidentale la situazione è al momento ''tranquilla''. Intorno al quartier generale di Herat, riferiscono all'Adnkronos fonti del Comando regionale Ovest della missione multinazionale Isaf, non si registrano i disordini e le manifestazioni che, spiegano fonti locali, ''fanno registrare in città almeno due morti e circa venti feriti'', mentre ''altre manifestazioni sono in atto a Shindand''. ''Gli interventi di ordine pubblico a Herat e nelle altre città interessate dalle manifestazioni sono svolti dalle forze di sicurezza afghane e non dai militari della coalizione'', precisano le stesse fonti. Per adesso quindi, in prossimità delle basi di Herat, Shindand, Bala Murghab, Farah, Badghis e Chaghcharan, non si registrano disordini. Ma l'attenzione si mantiene ai massimi livelli.


Intanto la protesta comincia a dalagare anche oltre i confini afghani. Migliaia di manifestanti hanno sfilato a Peshawar, in Pakistan, scandendo slogan contro gli Stati Uniti. Un fantoccio raffigurante il presidente Usa Barack Obama è stato dato alle fiamme. In Malaysia, la protesta si è svolta di fronte all'ambasciata Usa nella capitale, Kuala Lumpur. Alcune centinaia di manifestanti sventolavano cartelli con le scritte 'Rispettate il Corano' e 'Morte agli Usa'. I manifestanti erano in gran parte militanti del Pan-Malaysia Islamic Party, che hanno anche consegnato una lettera di protesta a un rappresentante dell'ambasciata americana. Un corteo con slogan antiamericani si è svolto anche in Bangladesh, dove i manifestanti hanno sfilato nella capitale Dacca.


Il generale John Allen, comandante delle truppe Usa e della missione Isaf, lancia un appello alla calma. Come riferisce la Bbc, parlando a un gruppo di militari Usa in una base militare nell'est dell'Afghanistan, Allen ha esortato i soldati a mostrare agli afghani che "gli Stati Uniti sono capaci di cose migliori".

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