venerdì 19 settembre 2008

Mills; Legali premier in Parlamento anziché a Milano, Pd insorge

Roma, 19 set. (Apcom) - Il venerdì è una giornata insolita per lavorare, per lo meno in Parlamento. In genere l'Aula e le Commissioni chiudono i battenti il giovedì pomeriggio (anche se dalla prossima settimana, ha annunciato il presidente della Camera Gianfranco Fini, inizierà la settimana 'lunga'). E allora quella convocazione mattutina oggi, di venerdì, delle commissioni Giustizia di Montecitorio e Palazzo Madama, in concomitanza con l'udienza del processo Mills che a Milano vede coinvolto il premier, viene vista con sospetto dall'opposizione che non esita a definirla una sponda offerta ai legali di Silvio Berlusconi, Niccolò Ghedini e Piero Longo, rispettivamente deputato e senatore del Pdl, per giustificare la propria assenza dal Tribunale di Milano. "Una indegna strumentalizzazione", si difendono gli avvocati del premier mentre i presidenti delle rispettive commissioni spiegano la 'genesi' della 'insolita' convocazione sgombrando il campo da ogni sospetto. L'alibi, tuttavia, non convince e il gruppo del Pd a Palazzo Madama presenta protesta formale al presidente del Senato, Renato Schifani. "Il comportamento dei Presidenti delle due commissioni ha leso la dignità del Senato della Repubblica, piegando l'attività parlamentare a interessi extraistituzionali - denuncia il Pd - l'excusatio non petita del senatore Berselli tradisce pateticamente tanto il suo imbarazzo istituzionale quanto il suo senso di colpa". Protesta anche l'Italia dei Valori con il senatore Luigi Li Gotti che osserva: "Anche con lo scudo del lodo Alfano, il presidente del Consiglio Silvio Berlusconi fugge dal processo, utilizzando il pretesto dell'impedimento dei propri difensori, impegnati nelle Commissioni Giustizia di Camera e Senato. Berlusconi ha capito che, sospeso il suo processo grazie allo sfregio che ha inflitto alla Costituzione, è necessario che non si faccia anche il processo al coimputato Mills. L'operazione non gli era riuscita prima per la forte opposizione nel Paese e nel Parlamento, costringendolo così a ripiegare sul lodo Alfano, ma senza fare i conti con il fatto che il processo a carico del suo coimputato, sarebbe andato avanti".
Leggi tutto su:
http://www.apcom.net/newspolitica/20080919_192900_2a9e63f_47014.shtml

Nessun commento:

Posta un commento