Ai margini del terzo forum bilaterale Russia/Cina che si sta tenendo a Mosca ed in cui si discute di rapporti energetici, economici e finanziari, è giunto un annuncio shock. Il premier russo Vladimir Putin ha proposto al proprio omologo cinese Wen Jiabao l'abbandono progressivo del dollaro come moneta di scambio nei rapporti commerciali fra i due paesi.In questo modo, secondo Putin, si potranno contrastare i contraccolpi derivanti dall'attuale crisi internazionale. Wen Jiabao, come riportato dall'agenzia di stampa ufficiale Xinhuà, ha rilanciato sullo stesso piano ritenendo non solo "necessario diversificare il sistema monetario globale per sostenere la stabilità" ma rafforzando anche la cooperazione tra i due paesi a livello finanziario in vista della comune "conquista di mercati dei Paesi in via di sviluppo" (riferimento ad una probabile azione congiunta dei rispettivi Fondi Sovrani).La mossa avrebbe una ripercussione strategica a livello mondiale. L'interscambio tra i due paesi ammonta a 50 miliardi di dollari l'anno ed è in continua crescita, essendo stato appena concluso un accordo ventennale per la fornitura di 300 milioni di metri cubi di petrolio l'anno, mentre è notizia degli ultimi giorni il rafforzamento del gasdotto siberiano/Pacifico che rifornisce la Cina.Cina e Russia sono tra i maggiori detentori di riserve monetarie in dollari insieme a Giappone e paesi del Golfo. L'abbandono del dollaro in favore delle rispettive monete nazionali (yuan e rublo) non farebbe altro che consolidare un blocco asiatico che si sta dunque stringendo nei settori fondamentali: politico/militare, economico/commerciale, finanziario. Russia e Cina, insieme, potrebbero essere in grado di contrastare nel medio periodo (e forse lo sono già) la potenza imperiale statunitense; l'abbandono del dollaro come moneta di riferimento è un fondamentale tassello per sganciarsi definitivamente dalla tutela americana.
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