GAZA, 23 DIC - L’on. Jamal al-Khudari, presidente del Comitato Popolare contro l’assedio, ha affermato che il protrarsi della chiusura dei valichi della Striscia di Gaza, imposta da Israele per la settima settimana consecutiva, amplifica la crisi umanitaria in corso. In una dichiarazione stampa, Al-Khudari ha dichiarato che il popolo palestinese della Striscia vive un dramma a tre dimensioni: occupazione, assedio e aggressioni e ha ricordato che il regime israeliano chiude i valichi della Striscia dal 5 novembre, nell’ambito di un assedio imposto da due anni, aggiungendo che l’ultima volta che essi sono stati aperti parzialmente è stato verso la metà di dicembre, per permettere l’ingresso di un quantitativo ridotto di aiuti. Da oltre una settimana, non entra più nulla. Secondo l'agenzia Infopal, il presidente del Comitato popolare ha spiegato che la centrale elettrica è completamente ferma a causa dell’esaurimento delle scorte di carburante industriale, e che l’80% di Gaza è al buio. La mancanza di corrente ha paralizzato quasi totalmente la Striscia, in particolare il settore sanitario soffre anche della mancanza di medicine e di attrezzature mediche. L’esaurimento dei rifornimenti di grano ha portato al blocco delle attività dei mulini, all’esaurimento delle scorte di farina e di gas da cucina. Nei prossimi giorni si teme il blocco di tutto. Al-Khudari ha ricordato anche la sospensione degli aiuti dell’UNRWA, che garantivano a 750 mila profughi la sopravvivvenza: L'UNRWA ha sospeso la distribuzione di alimenti alla Striscia assediata. E ha sottolineato come il proseguimento della chiusura dei valichi rappresenta una condanna a morte per un milione e mezzo di persone.
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