BOLOGNA - Nessuno sconto di pena, nessun beneficio di legge ai killer in divisa della banda della Uno bianca. Ieri Bologna si è ritrovata al Pilastro, al cippo che ricorda il sacrificio dei tre carabinieri ammazzati dai fratelli Savi 18 anni fa, il 4 gennaio '91. Un anniversario difficile. Il primo dopo il ritorno alla libertà di uno banditi: Pietro Gugliotta, "il gregario" della banda, ha scontato 14 anni di carcere e per lui l'estate scorsa si sono spalancati i cancelli del penitenziario bolognese. E intanto si ragiona sui permessi premio che a breve potrebbero ottenere Alberto Savi, fratello di Roberto, il capo della Uno bianca, e Marino Occhipinti. I familiari delle vittime non ci stanno. Nessun perdono, "perché quello può darlo soltanto Dio. Io chiedo giustizia", si dispera Anna Stefanini, madre del carabiniere Otello, ucciso al Pilastro. "Chi ha ucciso 24 persone non deve avere benefici di legge. Cosa significa che si sono comportati bene? Prego che quel giudice che dovrà firmare i permessi, pensi, se ha un figlio, se con una telefonata gli dicessero che non c'è più e che non gli può nemmeno dare un ultimo bacio...".
Continua ...
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