Roma, 30 ago. (Apcom) - Non un'informativa, ma "un'emerita patacca". Il direttore di Avvenire, Dino Boffo, in un lungo articolo torna a difendersi dalle accuse de "Il Giornale" e scrive di aver ricevuto una telefonata "assolutamente inattesa" dal ministro dell'Interno, Roberto Maroni. Boffo, facendo riferimento alla frase, riportata da "Il Giornale", secondo cui sarebbe stato da tempo "già attenzionato dalla Polizia di Stato per le sue frequentazioni", scrive: Maroni "ha voluto manifestarmi la sua solidarietà e il senso di schifo che gli nasceva dalle cose lette e teneva anche ad assicurarmi di aver ordinato un'immediata verifica nell'apparato di pubblica sicurezza centrale e periferico che da lui dipende, e che nulla, assolutamente nulla di nulla era emerso". Per il direttore di Avvenire "si potrebbe spulciare riga per riga di quel fantomatico documento (vera "sòla") e controbattere, e far emergere di quel testo anzitutto l'implausibilità tecnica, poi magari sostanziale. Lo faremo, se necessario". Boffo chiede quindi a Feltri, "il Mourinho dei direttori", come avrà fatto "a non porsi una domandina elementare prima di dare il via libera alla danza (infernale): questo testo che ho in mano è realmente un'"informativa" che proviene da un fascicolo giudiziario oppure è una patacca che, con un minimo appiglio, monta una situazione fantasiosa, fantastica, crimminale? Perchè, collega Feltri, questa domandina facile facile non te la sei posta?
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http://www.apcom.net/newspolitica/20090830_090801_4a58f37_69502.shtml
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