Il Cavaliere, per levarsi dai guai degli scandali politici e sessuali in cui s'è cacciato da solo, ci ha provato - prima - con una comunicazione sovrabbondante, ipertrofica. Televisione, interviste, maquillage familiare con foto a colori del Figlio Marito Padre Nonno così amorevole, così italiano. Non ha funzionato. Le menzogne erano così assordanti che gli sono scoppiate in mano. Cilecca. Dunque, cambio di marcia e di strategia. Il flusso verbale, le patetiche e quotidiane battute sulle minorenni, le grottesche vanterie da "santo puttaniere" sono state archiviate e sostituite dal silenzio, autoimposto e imposto. Gioco comodo perché, come ha scritto il Financial Times ieri, "Berlusconi guida un regime costruito sul suo impero mediatico che include il controllo delle televisioni nella quasi totalità e di buona parte della stampa scritta. Anche la Rai, la tv di Stato, ha evitato di seguire in maniera adeguata il caso di Patrizia D'Addario sul suo canale principale". Ora anche la strategia del silenzio appare inadeguata. E' utile a nascondere all'opinione pubblica domestica quanto siano disonorevoli le sue condotte private e vulnerabile il suo agire pubblico. Oscura la catastrofe della sua reputazione all'estero, che finisce col travolgere anche la credibilità del Paese tutto intero, ma non muta di un'acca uno stato delle cose che - Berlusconi sa - peggiorerà in autunno.
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http://www.repubblica.it/2009/07/sezioni/politica/berlusconi-divorzio-18/berlusconi-divorzio-18/berlusconi-divorzio-18.html
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