sabato 24 ottobre 2009

La Puglia dà il via alla Prima Rivoluzione Idrica Italiana

A dispetto degli impressionanti interessi economici in ballo, dei continui ed inarrestabili tentativi di privatizzazione del servizio di fornitura di un bene indispensabile per l’intera umanità, della legge 133/08 e del decreto-legge 135/09 che accelerano il processo di privatizzazione del servizio idrico integrato, della concezione politica che vuole l’acqua come un bene al servizio del mercato e che avvolge oramai quasi l’intero arco parlamentare, appena tre giorni fa una parte d’Italia ha deciso di invertire bruscamente la rotta.Una porzione di questo paese, immersa in quella regione ricca di numerosi problemi che chiamiamo Meridione o Mezzogiorno d’Italia, il 21 ottobre scorso ha dato il via a ciò che possiamo definire Prima Rivoluzione Idrica Italiana.Una regione del sud di questo paese ha sancito un principio che rischia di scardinare la comoda e indiscutibile ideologia del "mercato privato dell’acqua".La Regione Puglia ha riconosciuto ufficialmente, per la prima volta in Italia, il principio "acqua bene pubblico dell’umanità". Lo ha fatto con una delibera presentata dall’Assessore alle Opere Pubbliche Fabiano Amati ed immediatamente approvata dall’intera Giunta.Le prime righe della delibera parlano da sé."L’acqua è un bene essenziale ed insostituibile per la vita. Pertanto, la disponibilità e l’accesso all’acqua potabile ed all’acqua necessaria per il soddisfacimento dei bisogni collettivi, costituiscono un diritto inviolabile dell’uomo, un diritto universale, indivisibile che si può annoverare fra quelli di riferimento previsti dall’ art. 2 della Costituzione".
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