Potenza, 3 ott. (Adnkronos) - Il presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano ha firmato la legge di conversione del decreto correttivo 'anticrisi', al cui interno è contenuto il cosiddetto 'scudo fiscale' per il rientro dei capitali esportati all'estero. Il Capo dello Stato ha posto la sua firma sul testo della legge, al rientro al Quirinale dalla sua visita di tre giorni in Basilicata.
Proprio ad alcuni cittadini che a Rionero in Vulture, in provincia di Potenza, gli chiedevano di non firmare la legge, il capo dello Stato aveva spiegato: ''Nella Costituzione c'è scritto che il presidente promulga le leggi. Se non firmo oggi, il Parlamento vota un'altra volta quella legge. Nella Costituzione c'è scritto che a quel punto io sono obbligato a firmare. Se mi dite non firmare, allora non sapete che non significa niente''.
Dura la replica di Antonio Di Pietro.
"Il presidente della Repubblica, affermando che non poteva non firmare la legge criminale sullo scudo fiscale, ha compiuto un atto di viltà e abdicazione",
ha detto il leader dell'Italia dei Valori.
"E' proprio la Costituzione - ha rimarcato Di Pietro - che affida al capo dello Stato il compito di rimandare le leggi alle camere controllando in prima istanza la loro costituzionalità. Così facendo - taglia corto Di Pietro - Napolitano si assume la responsabilità di questa legge. La firma è un gesto pilatesco che non possiamo accettare".
Interviene il presidente del Senato, Renato Schifani, che sottolinea: ''Il prestigio, la levatura e l'autorevolezza istituzionale del presidente della Repubblica sono talmente noti e apprezzati dai cittadini che non vengono minimamente scalfiti dagli ingiusti e offensivi attacchi a cui oggi è stato sottoposto". "Esprimo la mia piena solidarietà al presidente Napolitano - conclude Schifani -, nella consapevolezza di interpretare il pensiero di tutti gli italiani".
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