Al grido di “resistenza” Salvatore Borsellino termina la conferenza dal titolo: “Stragi del 1992, i rapporti tra mafia e stato”, tenutasi il 14 novembre alla University College of London. In un incontro durato circa quattro ore il fratello del magistrato ucciso nel luglio del ’92, insieme a Gioacchino Genchi (funzionario di polizia e consulente tecnico per l’Autorità Giudiziaria) e al professore di storia italiana alla UCL John Dickie, ha esposto gli elementi sui quali la giustizia sta indagando, o dovrebbe indagare, per dimostrare i legami tra mafia e politica.In questa occasione è stata inoltre presentata la copertina del libro del giallista Edoardo Montolli: “Il caso Genchi: storia di un uomo in balìa dello stato”. Il libro-intervista riporta la vita professionale di Genchi con le sue battaglie e le sue fatiche perché il sistema giustizia fosse degno di questo nome.L’aula del Cruciform building è colma di giovani italiani affamati di verità. Molti i momenti di commozione soprattutto durante l’intervento di Salvatore Borsellino, mosso alle lacrime e alla rabbia dal ricordo degli eventi del ’92 e dalle riflessioni sulle verità ancora da ammettere.Il professor Dickie apre la conferenza offrendo un contesto storico riguardo alla formazione delle organizzazioni mafiose nella Sicilia di fine ‘800. All’epoca i mezzi di indagine e le forze a disposizione della giustizia erano limitate, ma già c’erano persone pronte a sacrificarsi per combattere la criminalità organizzata. Tuttavia, allora come oggi, questi individui venivano osteggiati e limitati da poteri ai quali dovevano sottostare.
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