ROMA - Essere magnanimi sì, ma solo a tempo debito. Mostrare il viso d'angelo sulla giustizia e sulle riforme che Napolitano auspica condivise "solo" quando i processi del Cavaliere Mills e Mediaset avranno perso la sostanza dell'incubo e saranno diventati un problema del futuro. Allora, e solo allora, Berlusconi potrà spogliare il processo breve della veste di legge ad personam e farlo diventare il grimaldello della futura riforma della giustizia, lo strumento per accorciare i tempi dei processi. La strategia del 2010, in questi giorni di ritiro forzato ad Arcore, è stata individuata e comunicata ai più stretti collaboratori. Non consente deroghe. Prima il leader del Pdl deve portare a casa il legittimo impedimento e, subito dopo, incardinare al Senato il nuovo lodo congela-processi, il lodo ter dopo quelli firmati da Schifani e Alfano - e bocciati dalla Consulta - ottenendo la garanzia che marci indisturbato verso i molteplici passaggi parlamentari. Poi potrà offrire all'opposizione, Pd e Udc, una nuova veste del processo breve. Che non servirà più per chiudere d'un colpo il dibattimento Mills, che ha sforato i due anni concessi - non a caso - dal processo breve ai dibattimenti di primo grado.
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