E il premier ora teme vendette nei voti sul decreto sviluppo. Imbarazzo per Galati. Alcuni colleghi di partito ricordano i suoi problemi giudiziari. La stima dei maggiori costi di un nuovo membro del governo arriva a 350 mila euro
di CARMELO LOPAPA ROMA - Nel partito del premier la rivolta è già esplosa. Ma quel che è fatto è fatto e Catia Polidori può godersi il suo colpo da maestra. La sottosegretaria promossa vice ministra al Commercio estero "a sua insaputa" (come ripete), alla vigilia del voto di fiducia sembra non abbia fatto mistero del "corteggiamento" di Montezemolo.Vero o no, il Cavaliere non ha voluto correre rischi e sono arrivati i galloni da vice per la parlamentare eletta col Pdl, transitata con i finiani e poi tornata a "casa" giusto la mattina del fatidico 14 dicembre. Fatto sta che il caso Polidori è solo una delle micce che ha acceso la protesta in tutta la base parlamentare pidiellina. In tanti, semplici parlamentari e sottosegretari, stanno chiedendo conto e ragione a ministri e big di partito. È la protesta di chi milita dalla prima ora senza riconoscimenti e assiste all'ultima infornata di nomine non certo a beneficio di berlusconiani della prima ora. "Almeno sei dei nostri sono pronti a lasciare" raccontava ieri sera un uomo di governo allarmato. Ma ha fatto tutto il presidente, "nessuno sapeva niente in Consiglio dei ministri" raccontano dall'esecutivo. Nel day after, il premier Berlusconi ha provato a rassicurare al telefono i più inviperiti. Ma la frittata ormai era fatta.Continua ...
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