In Russia raddoppia i suoi risultati il movimento che attacca poster riesumati dagli anni ’50
IL PARTITO COMUNISTA RUSSO – Si è definito spesso Vladimir Putin e il suo movimento l’ultimo residuo, di certo nei modi, di un certo universo sovietico, quello del KGB, dei metodi spicci ed antidemocratici: le percentuali da elezioni mono-partito che il popolo russo ha in questi anni riservato al nuovo zar di Mosca hanno indotto a pensare che i russi non avessero mai cambiato le loro abitudini: dal partito Comunista a quello di Putin, non è che cambiasse tantissimo. E invece non è proprio così: perché il Partito Comunista in Russia c’è ancora, eccome. E’ proprio il movimento Comunista della Federazione Russa il grande vincitore delle consultazioni legislative, arrivando ad un netto raddoppio delle sue percentuali a livello nazionale (dal 10% al 20%) e vincendo in grandi ed importanti città, come Vladivostok, Novosibirsk e in altre zone del paese. Bene anche le altre opposizioni, ma l’exploit dei comunisti è quello che risulta più netto. Soprattutto per la natura del PCFR, un partito che sembra rimasto al 1980: e a ben vedere non si tratta di apparenze, ma di un’identità fortemente rivendicata.
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