E'successo a Salerno dove una donna ha chiesto e ottenuto la cancellazione del vincolo coniugale
SALERNOUna famiglia all'antica, in un pasino che conta poco più di 15mila abitanti. Nozze in abito bianco, il coronamento di un sogno e poi la scoperta: il marito faceva uso di droghe leggere. Da qui la scelta: annullare tutto, attraverso lo Stato e la Chiesa. Era il 4 luglio del 1993, quando si sposarono. Un matrimonio tradizionale, celebrato col vestito bianco e la chiesa piena di fiori e tanti invitati, scelti tra gli amici e i parenti. Un matrimonio celebrato nel cuore dell’entroterra salernitano, a Campagna, dove i valori che contano sono ancora quelli di una realtà rurale fortemente orgogliosa della propria storia e delle proprie usanze. Ma con il passare dei mesi, lei ha scoperto, un pò alla volta, che il suo uomo frequentava strani giri e, soprattutto, faceva uso di droghe leggere. Una scoperta inconciliabile con l’educazione che suo padre le aveva trasmesso fin da piccola. Da qui, la decisione di separarsi e la scelta di rivolgersi alla Sacra Rota, per annullare un matrimonio macchiato da un segreto tenutole nascosto per troppo tempo. Dopo la sentenza del Tribunale Ecclesiastico Interdiocesano Salernitano- Lucano, il 27 marzo del 2004, e la ratifica del Tribunale Ecclesiastico Regionale Campano, la sentenza veniva alla fine dichiarata esecutiva con decreto del Supremo Tribunale della Segnatura Apostolica alla fine del 2007. In seguito, la coppia, ancora sposata per lo Stato Italiano, decideva, di comune accordo, di richiedere l’efficacia, da parte della Repubblica Italiana, della sentenza di nullità del matrimonio concordatario. Si rivolgeva così alla Corte di Appello di Salerno, che, con una decisione di cui non risulterebbero precedenti specifici, si è uniformata all’annullamento del Tribunale ecclesiastico, dichiarando esecutiva nello Stato italiano la sentenza pronunciata dall’ente ecclesiastico. La Corte ha confermato che la nullità del Tribunale ecclesiastico non è «in contrasto con l’ordine pubblico» e ha quindi accolto la richiesta dei due giovani, dichiarando esecutiva nella Repubblica italiana la sentenza di annullamento pronunciata dal Tribunale ecclesiastico.
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