Divulgo quello che ... non tutti dicono ... / Perchè il male trionfi è sufficiente che i buoni rinuncino all'azione. (Edmund Burke)
venerdì 18 aprile 2008
UN'ARMA ITALIANA CONTRO L'AIDS
(AGI) - Roma - Presentata oggi a Pomezia la prima molecola di una nuova classe di farmaci per la terapia antiretrovirale. Il suo nome e' raltegravir ed e' il primo inibitore dell'integrasi, l'enzima che il virus Hiv usa per integrare il proprio Dna nel materiale genetico delle cellule umane. Con questa molecola entra sul mercato una nuova classe di farmaci, da aggiungere a quelli gia' usati nella terapia antiretrovirale. A costruire la molecola che colpisce questo bersaglio e' stato un gruppo di ricercatori italiani dell'Istituto di Ricerca di Biologia Molecolare 'Pietro Angeletti' (Irbm) di Pomezia, centro di ricerca di eccellenza della multinazionale del farmaco MerckShap&Dohme. I ricercatori italiani alla fine degli anni '90 stavano lavorando sul virus dell'epatite C, l'Hcv, ed erano riusciti a individuare molecole in grado di inibire l'attivita' di un enzima cruciale per la sua sopravvivenza, i dichetoacidi. Vista la similitudine fra l'enzima Hcv polimerasi e l'Hiv integrasi, il team provo' a usare queste molecole anche contro questo secondo target. Il risultato e' stato un successo. Non restava quindi che cercare di trasformare i dichetoacidi in farmaci. Una sfida intrapresa anche dal laboratorio americano di Merck, ma vinta da quello italiano. Che nel 2003 ha consegnato a casa madre tre molecole candidate a diventare il vero farmaco. ''A questo punto abbiamo consegnato il nostro lavoro nelle mani degli americani'', ha detto Vincenzo Summa, coordinatore della ricerca. ''E da li' a poco raltegravir, la seconda molecola disegnata da noi, dimostro' di essere la migliore, ed e' stata sviluppata''. L'attenzione prestata dai ricercatori a mantenere alcune caratteristiche della molecola iniziale ha fatto si' che il nuovo farmaco abbia un profilo piuttosto innovativo: e' potente anche contro i mutanti del virus e grazie al suo metabolismo risulta piu' tollerato dall'organismo rispetto alla maggioranza dei farmaci antiretrovirali. Dopo aver abbandonato gli stabilimenti di Pomezia, raltegravir e' tornato in Italia per la sperimentazione sull'essere umano. E' stato italiano, infatti, il primo paziente arruolato per i clinical trial i cui risultati sono stati valutati positivamente sia dalla Food and Drug Administration sia dall'European Medical Agency.
http://salute.agi.it/primapagina/notizie/200804171052-hpg-rsa0010-art.html
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