La legge Bossi-Fini andrà solo aggiornata salvaguardandone i principi fondamentali. Sono convinto che è la via maestra». Così parlò il ministro Bobo Maroni nella sua prima intervista al quotidiano di partito, «La Padania». E infatti sempre più si parla di revisione della legge sull’immigrazione. In senso restrittivo. Maroni, che a inizio settimana presiederà una riunione operativa al ministero con tutti i capi-dipartimento, e martedì si vedrà a palazzo Chigi con i tre colleghi di Esteri, Difesa e Giustizia per scambiare le idee sul prossimo Pacchetto Sicurezza, offre anche un’altra indicazione: «I tempi saranno molto brevi perché non partiamo da zero. Ci sono già le proposte avanzate dalla Lega e dallo stesso Pdl nella scorsa legislatura». Un’indicazione non casuale. Maroni stesso aveva avanzato in Parlamento una proposta precisa sulle modifiche da apportare alla Bossi-Fini: sequestrare le abitazioni che siano state affittate a immigrati clandestini e introdurre l’esame del Dna per gli stranieri che chiedono il ricongiungimento familiare. E ora vuole riproporla. La storia dei ricongiungimenti familiari è un cruccio del centrodestra da due anni.
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