giovedì 11 settembre 2008

L’ASSE TBILISI-TEL AVIV

MOSCA. Il titolo è: “L’aggressione georgiana diretta da israeliani”. E subito dalle edicole moscovite vanno esaurite le 570.000 copie del settimanale Argumenty nedeli (Argomenti della settimana) che dedica una pagina a questa notizia che già circolava negli ambienti diplomatici della capitale. Ma ora arrivano i fatti, le testimonianze, i nomi precisi. Di qui l’interesse dell’opinione pubblica ed anche un certo allarme perchè questa “vicenda” può scatenare una reazione del nazionalismo russo, ferito e risentito. La vicenda generale è nota ed è l’argomento del giorno. Perchè il fatto che la Georgia abbia attaccato l’Ossezia del Sud e l’Abkhazia è già un fatto consegnato alla storia. Ma la domanda che resta si riferisce al “come” sia stato possibile che un paese così piccolo - e cioè la repubblica caucasica - sia stato in grado di muovere le sue armate con un blitz-krieg teso a mettere l’avversario con le spalle al muro. Molti, a Mosca, gli interrogativi sulle capacità o meno dell’intelligence di prevedere mosse aggressive, situazioni di fatto, sbocchi e conseguenze. E così la Russia potente e militarmente ben piazzata scopre di avere il suo tallone d’Achille.
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