venerdì 3 ottobre 2008

Giustizia, la Camera studia 'scudo ministri', opposizione insorge

Roma, 3 ott. (Apcom) - E' cominciata in commissione Giustizia la 'corsa parlamentare' del Lodo Consolo, una norma proposta, secondo quello che dicono i suoi detrattori, per "tutelare" i ministri da possibili inciampi giudiziari. Insomma, un lodo Alfano "allargato", "ennesimo passo" verso il ripristino dell'immunità per i politici. Secondo il relatore Enrico Costa, invece, non si tratta affatto di istituire una sorta di "immunità per i ministri", ma di dare piena applicazione a una legge costituzionale del 1989, che vieta al tribunale dei ministri di reinviare i provvedimenti su cui si dichiara non-competente alla magistratura ordinaria. Una norma, insomma, che "di fatto colma una lacuna legislativa". Il gioco è semplice: secondo Costa, c'è una legge costituzionale che dispone che la richiesta di autorizzazione a procedere si configuri "come esclusiva alternativa procedurale alla decisione di archiviazione". Il Tribunale dei ministri, quindi, si trova costituzionalmente obbligato, in ogni caso, a scegliere tra due opzioni: o archiviare gli atti perchè il reato non sussiste, o, in caso si verifichi un reato comune o ministeriale, trasmettere gli atti alla Camera competente per decidere sulla natura ministeriale o meno del reato". La legge che invece fornisce al Tribunale dei ministri la possibilità di rivolgersi alla magistratura ordinaria nel caso in cui si ritenga incompetente a decidere, secondo il ragionamento del relatore, sarebbe quindi in contrasto con i principi costituzionali. In relazione ai membri del governo, rileva pertanto Costa, dovrà quindi spettare necessariamente al Parlamento la decisione finale sulla natura del reato, perchè se così non fosse verrebbe violata una norma costituzionale.
Continua ...
http://www.apcom.net/newspolitica/20081003_045719_30acd03_47839.shtml

Nessun commento:

Posta un commento