LA PAZ, 02 NOV - Tacciati di "spionaggio e cospirazione" i rappresentanti del Dipartimento Antidroga statunitense in azione in Bolivia: l'accusa arriva niente meno che dal presidente boliviano Evo Morales, che ha sospeso oggi le operazioni della Dea nel suo Paese. "Il personale della Dea" sostiene Morales "ha tentato di supportare un colpo di Stato in Bolivia".
Qualche giorni fa a Caracas Morales ha avvertito che se la Dea statunitense, invece di occuparsi specificamente della sua attività di repressione del narcotraffico, svolgesse attività politica in Bolivia, non esiterebbe ad espellere l'organismo ed i suoi agenti. A questo fine, venerdì l'incaricato d'affari statunitense a La Paz Kris Urs - l'ambasciatore Philip Goldberg è stato espulso a settembre da Morales - è stato ricevuto dal vicepresidente boliviano Alvaro Garcia Linera. A lui, come scrive il quotidiano La Razon, ha assicurato che "nè la Dea, nè Usaid (organismo di cooperazione di Washington) stanno svolgendo attività politica" in Bolivia.
Il governo della Bolivia ha celebrare sabato il raggiungimento dell'obiettivo prefissato per il 2008: lo sradicamento di 5 mila ettari di piantagioni di coca. Il viceministro boliviano di Difesa sociale, Felipe Caceres, ha indicato che la quota di produzione della foglia di coca eccedente è stata eliminata "senza erbicidi e senza l'uso della forza". Il risultato dell'eliminazione di 5.004 ettari di coca è stato celebrato a Chimorè, nella zona di Cochabamba, alla presenza del presidente della Repubblica, Evo Morales.
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