mercoledì 24 dicembre 2008

Tra pm avventurosi e cattivi legislatori - di GIUSEPPE D'AVANZO

PESCARA non è stata governata da una "cupola" mafiosa di politici corrotti e truffaldini. Soltanto dieci giorni fa, il giudice Luca De Ninis ne scriveva decidendo l'arresto di Luciano D'Alfonso, sindaco e segretario regionale del partito democratico. Quel giorno, il 15 dicembre, nella notte del voto abruzzese, il Pd si guarda allo specchio e si scopre indegno. Non solo politicamente in ginocchio, ma eticamente opaco. Pescara era soltanto l'inizio di una sequela di colpi di maglio alla rispettabilità politica e morale degli amministratori del centro-sinistra (Napoli, Firenze, Basilicata). Ora, con un ripensamento che deve essere stato tormentatissimo e quindi onesto, il giudice ritorna sui suoi passi. Si ricrede. Ha ascoltato le ragioni e gli argomenti di D'Alfonso. Ha riflettuto sulle fonti di prova raccolte dal pubblico ministero e ha concluso che il municipio di Pescara non è una casa corrotta abitata da una associazione per delinquere. Scrive che "i fatti" che si è ritrovato tra le mani sono soltanto "deduzioni investigative" e la scena accusatoria, a vagliarla meglio, svela soltanto "una originaria scarsità investigativa". Non c'è corruzione. Non c'è associazione per delinquere. Al più, si può parlare di finanziamento illegale alla Margherita, se altre indagini e accertamenti lo confermeranno.
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http://www.repubblica.it/2008/12/sezioni/cronaca/abruzzo-concussione/d-avanzo-legislatori/d-avanzo-legislatori.html

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