TEHRAN, 26 GEN - Si inasprisce la campagna anti-Coca Cola in Iran. Dopo la decisione del governo di Tehran di boicottare tutte le compagnie con connessioni sioniste, le autorità iraniane hanno infatti convocato i responsabili di una compagnia locale per avere spiegazioni sulle relazioni tra la loro azienda e la Coca Cola Company.
Secondo quanto riporta il sito Asr-e Iran, il ministro dell'Industria Ali Akbar Mehrabian ha convocato il direttore della compagnia iraniana Khosgovar per avere chiarimenti sulla natura dei suoi rapporti con la Coca Cola Company, il colosso Usa con sede ad Atlanta.
Khoshgovar produce sotto licenza noti soft drinks per il mercato iraniano, tra cui la Coca Cola, la Fanta e la Sprite. Ogni anno paga un milione e mezzo di dollari per poter usare il marchio Coca Cola, e, Secondo quanto riferisce la compagnia, gli ingredienti per produrre le bibite vengono acquistati da una ditta irlandese.
I responsabili di Khoshgovar hanno garantito di non aver alcun legame diretto con la Coca Cola Company, ma il ministero dell'Industria di Tehran ha detto che la ditta irlandese versa ogni anno circa 150mila euro alla Coca Cola Company, e quindi - sempre secondo il ministero - i soldi vengono di fatto trasferiti a una "entità sionista".
Dopo la caduta dello Shah nel 1979 gli stabilimenti della Coca Cola in Iran furono nazionalizzati. Da allora sono in vendita bibite simili, come la Zam Zam e la Sassan che dominano il mercato locale. In Iran viene venduta anche l'alternativa islamica alla Coca Cola, la Mecca Cola.
La campagna anti-Coca Cola in Iran si è inasprita nelle ultime settimane a seguito dell'offensiva militare israeliana nella Striscia di Gaza. Secondo fonti iraniane, anche altre compagnie come Nestle, Pepsi e Benetton sono finite nel mirino delle autorità. Il ministero dell'Industria ha stilato una vera e propria lista nera di compagnie iraniane che hanno rapporti indiretti con Israele attraverso compagnie terze straniere. La scorsa settimana a Tehran si è svolta una manifestazione contro la Coca Cola e la Pepsi Cola, e i manifestanti hanno esposto cartelli con la scritta "I sionisti controllano l'industria dei soft drink".
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