Roma. "Il ministro della Giustizia deve assolutamente procurarsi i fondi per assicurare la prosecuzione del servizio delle intercettazioni. Non si possono mettere a rischio indagini delicate su mafia e terrorismo". Lo stop alle intercettazioni annunciato dalle aziende che prestano questo servizio allarma l'Associazione nazionale magistrati, che è molto critica nei confronti di Alfano e del governo. "Il ministro ci aveva assicurato che il problema sarebbe stato risolto. E invece siamo in una situazione paradossale: il governo non interviene per razionalizzare i costi del servizio, ma per ridurre la stessa possibilità di fare intercettazioni, facendo così un regalo alla criminalità" dice il segretario Giuseppe Cascini. "Noi abbiamo dato indicazioni pratiche su come abbattere i costi delle intercettazioni che possono arrivare quasi allo zero - riferisce Cascini - senza così rinunciare a uno strumento indispensabile di indagine. Ma non c'é ascolto, visto che il governo insiste sul ddl e non interviene nemmeno per via amministrativa per ridurre i costi". E invece per farlo ci vorrebbe poco: "accorpare in sede distrettuale i centri di ascolto, rivedere le tariffe dei gestori telefonici", seguire quello che hanno già fatto autonomamente alcuni uffici giudiziari come la procura di Roma che "spende un quarto di quel che si fa in altre realtà". E l'inattività del governo su questo fronte potrebbe non essere casuale: "E' un dato oggettivo che i costi sono stati molto enfatizzati dal governo come motivo per ridurre le intercettazioni".
http://www.antimafiaduemila.com/content/view/15326/48/
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