Parlano i militari delle motovedette che hanno eseguito il respingimento dei profughi in Libia: “Non racconterò ai miei figli quello che ho fatto, me ne vergogno”. Il ministro Maroni invece brinda alla “svolta storica” ovvero all’inferno del colonnello Gheddafi. I vescovi italiani protestano e criticano il decreto legge sulla sicurezza.
"È l’ordine più infame che abbia mai eseguito. Non ci ho dormito, al solo pensiero di quei disgraziati", dice uno degli esecutori del "respingimento" dei profughi. "Dopo aver capito di essere stati riportati in Libia - aggiunge - ci urlavano: "Fratelli aiutateci". Ma non potevamo fare nulla, gli ordini erano quelli di accompagnarli in Libia e l’abbiamo fatto. Non racconterò ai miei figli quello che ho fatto, me ne vergogno". Parlano i militari delle motovedette italiane - quella della Guardia di Finanza, la "Gf 106" e quella della Capitaneria di porto, la "Cpp 282" - appena rientrati dalla missione rimpatrio. Sono stati loro a riportare in Libia oltre 200 extracomunitari, tra i quali 40 donne (3 incinte) e 3 bambini, dopo averli soccorsi mercoledì scorso nel Canale di Sicilia”. E’ l’inizio del reportage di Francesco Viviano da Lampedusa per Repubblica.
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