Una trattativa con la mafia, che vedeva come «terminale» un uomo delle istituzioni, avrebbe fatto da filo conduttore ai delitti di sangue del 1992 e 93, ma il pentito Giovanni Brusca continua non farne il nome. Dall’omicidio dell’europarlamentare Salvo Lima, alle stragi di Falcone e Borsellino, fino a quelle di Roma, Milano e Firenze. Di tutto ciò parla il collaboratore di giustizia, sentito nell’aula bunker di Rebibbia davanti ai giudici del tribunale di Palermo che processano l’ex generale Mario Mori e il colonnello Mauro Obinu per favoreggiamento alla mafia. Le affermazioni del pentito gettano un’ombra su alcuni pezzi dello Stato, su apparati di sicurezza sui quali adesso sono in corso nuove indagini da parte della procura della Repubblica di Caltanissetta, guidata da Sergio Lari. Brusca ha proseguito ad avvalersi delal facoltà di non rispondere anche oggi sulla domanda della rivoltagli difesa di Mori che ha chiesto con insistenza di sapere il nome del “terminale».
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http://www.ilblobber.com/2009/05/un-nome-e-cade-la-seconda-repubblica-i.html
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