ROMA - Il fantasma di un governo tecnico guidato da Mario Draghi e l'incubo che lo scandalo foto possa compromettere seriamente i rapporti con le cancellerie internazionali. Ecco cosa ha spinto il premier Silvio Berlusconi all'intemerata sul "progetto eversivo" dinanzi alla platea dei giovani industriali, a meno di un mese dal G8 sul quale il governo scommette una buona fetta della sua credibilità e alla vigilia della tanto agognata visita a Washington per incontrare Obama. Numeri della maggioranza blindati, governo compatto, leggi come caterpillar in Parlamento, dunque, non fanno sentire il presidente del Consiglio al riparo, sufficientemente sicuro. Complici, la crisi economica montante - al di là delle rassicurazioni ribadite fino a ieri - e i nuovi risvolti legati al Casoriagate, alle foto di Villa Certosa, alle veline sui voli di Stato. Il timore che il Cavaliere ancora ieri mattina confidava a ministri e parlamentari Pdl che lo hanno seguito a Santa Margherita, è che si stia muovendo una sorta di "tenaglia", intenta a schiacciarlo su due fronti, interno e internazionale: "Pensano di farmi fuori con una manovra di Palazzo, ma non mi metteranno all'angolo, gli italiani stanno dalla mia parte". In privato, non è un mistero, Silvio Berlusconi ormai da un mese dà un volto e un nome a quell'"altra persona non eletta dagli italiani" evocata ieri e che potrebbe prendere il suo posto. Volto e nome che portano dritti al vertice della Banca d'Italia.
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http://www.repubblica.it/2009/03/sezioni/politica/berlusconi-varie/berlusconi-draghi/berlusconi-draghi.html
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