Le scelte di politica energetica di Silvio Berlusconi e dell’Eni preoccupano l’amministrazione Obama. Al Dipartimento di Stato i resoconti sul blitz del premier italiano in Turchia per suggellare il patto fra Erdogan e Putin sul gasdotto South Stream hanno sollevato malumori. «L’interesse italiano dovrebbe essere diversificare le fonti di approvvigionamento mentre in questa maniera si aumenta la dipendenza da Mosca» afferma un diplomatico ben a conoscenza del dossier. Poco lontano dal Dipartimento, in uno dei pochi caffè attorno a Foggy Bottom, un altro diplomatico usa toni più aspri chiedendo l’anonimato: «Non comprendiamo perché l’Eni si comporti da lobbista di Gazprom in Europa promuovendo con South Stream un oleodotto destinato a trasformare l’Italia nella nuova Ucraina d’Europa, totalmente dipendente dal gas di Mosca».
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