ROMA - Pier Luigi Bersani considera la causa intentata dal Premier a Repubblica "sconsiderata". Dario Franceschini rilancia: "Ci denunci tutti". E Il segretario della Federazione nazionale della stampa italiana, Franco Siddi, interviene per ricordare come in un Paese libero fare domande non sia una concessione, ma un diritto-dovere di chi fa informazione. E' una valanga di reazioni quella che segue la decisione di Silvio Berlusconi d'intentare causa per diffamazione e chiedere un milione di euro come risarcimento per le dieci domande che gli vengono poste quotidianamente e a cui lui, quotidianamente, si rifiuta di rispondere. ''L'iniziativa mi pare inaccettabile e dieci volte sconsiderata'', afferma il candidato alla segreteria del Partito democratico, Pier Luigi Bersani. "Percorrendo questa strada - commenta - il presidente del Consiglio si vedrà costretto a chiamare in tribunale mezzo mondo''. Dario Franceschini rilancia: "Non denunci solo Repubblica, ci denunci tutti". Il segretario del Pd ha espresso la sua solidarietà e quella del partito al direttore Ezio Mauro giudicando "incredibile" l'azione giudiziaria del premier: "E' chiaro che ci troviamo di fronte a una indegna strategia di intimidazione nei confronti di un singolo giornale, dell'opposizione e di chiunque difenda i principi di un Paese libero che non ha precedenti in nessuna democrazia e che è anche un segno di paura e di declino. Il presidente del Consiglio non denunci solo Repubblica, ci denunci tutti". Franceschini ha poi concluso ribadendo quanto già proposto nelle settimane scorse: "Settembre dovrà essere il mese di una grande mobilitazione, al di là dei colori politici, per la difesa della libertà di stampa e del diritto all'informazione".
Leggi tutto:
http://www.repubblica.it/2009/08/sezioni/politica/berlusconi-divorzio-22/bersani-su-querela/bersani-su-querela.html
Nessun commento:
Posta un commento