La risposta all'inchiesta sulla battaglia anti-fannulloni pubblicata nel sito istituzionale.
MILANO - L'impressione, all'inizio, è di aver sbagliato a digitare l'indirizzo. Ma la testata in alto fuga subito ogni dubbio: «Governo Italiano, ministero per la pubblica amministrazione e l'innovazione». Poco sotto, al posto di notizie, informazioni e servizi per i cittadini, campeggia da qualche giorno in bella evidenza un titolo in rosso: «Il bluff de l'Espresso». Seguito dal link alla recente inchiesta del settimanale che mette in dubbio i risultati della battaglia contro i fannulloni e da un documento in pdf con la replica «punto per punto». Non mancano il video della conferenza stampa del ministro, Renato Brunetta, e la possibilità di commentare «dal punto di vista scientifico l'articolo de L'Espresso». In fondo alla pagina, scritto in piccolo, il collegamento che porta alla home tradizionale del sito.
LA SPIEGAZIONE - Una scelta anomala, per un sito istituzionale come quello di un ministero. Brunetta, dal canto suo, ribatte: «Sono una persona seria. I dati da me forniti sono scientifici, forniti sulla base di rilevazioni. Nessuno ha mai fatto obiezioni». Nel video pubblicato sul sito, il ministro accusa L'Espresso di «stare dalla parte di chi non vuole cambiare nulla, dalla parte della rendita». «Il motivo della nostra scelta è semplice - aggiunge Vittorio Pezzuto, portavoce del Ministro - la copertina e l' “inchiesta” de L’Espresso mirano a screditare l’azione puntuale svolta da oltre un anno dagli uffici del Dipartimento della Funzione Pubblica in stretta collaborazione con l’Istat. Si tratta quindi della difesa dell’operato non della ‘persona’ Renato Brunetta ma del Ministro Brunetta e di tutti gli uffici di Palazzo Vidoni. È quindi giusto che proprio sul sito del Ministero si dia il massimo rilievo a questo scalcagnato bluff: pubblicando le pagine de L’Espresso, la nostra replica puntuta ai numerosi e grossolani errori in esse contenuti e infine tutti i documenti statistici pubblicati in questi mesi e da tutti consultabili online. Trasparenza, trasparenza, trasparenza».
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