Palermo. Nel giorno del sedicesimo anniversario dell'uccisione di Don Pino Puglisi, il parroco di Brancaccio assassinato dalla mafia, un altro sacerdote palermitano impegnato in un quartiere "a rischio" di Palermo viene minacciato. E' Don Miguel Pertini, giovane prete italo argentino che da un anno guida la parrocchia di San Filippo Neri allo Zen, il quartiere governato nel recente passato dai Lo Piccolo.
Una trentina di giovani, secondo quanto raccontato oggi nelle pagine del quotidiano La Repubblica edizione Palermo, avrebbero minacciato Don Miguel con coltelli, spranghe e bastoni al temrine di una funzione religiosa. Il fatto sarebbe avvenuto giovedì scorso, verso le 19. Sui motivi che avrebbero causato l'ignobile, quanto vigliacco, gesto non c'è molta chiarezza. Secondo un testimone i motivi sono da ricercare dietro alcune prese di posizione, da parte del sacerdote, con tanto di nomi e cognomi, contro chi controlla lo Zen. Per altri sarebbe legato ad una vicenda di certificati, probabilmente matrimoniali, negati.
Il prete, inoltre, avrebbe suggerito delle indicazioni per alcuni arresti avvenuti recentemente ed appoggiato la manifestazione antimafia prevista per il 26 settembre alla scuola Falcone. Tuttavia Don Miguel ha preferito non confermare l'aggressione dicendo: “A volte è meglio tacere anche una verità. Per il bene del quartiere. Non sono il parroco del centro di Milano, basta una parola sbagliata....Per voi può essere una riga in un articolo, e poi tornate a bervi un caffè in centro. Io resto qui”. Poi ha continuato: “Lo Zen fa sempre notizia, ma ha bisogno di speranza, di pagine positive, e non negative. Ma venite qui la sera verso le 9, le 10, le 11 e capirete”. Quindi, nell'intervista de “La Repubblica” nessun accenno alle intimidazioni: “Tutti i quartieri di Palermo hanno problemi, lati positivi e negativi. Da dove vengono a comprare la droga qui? Anche chi vive in piazza Politeama viene ad acquistarla”. “Io rappresento un´istituzione – ha ripetuto - e aiuto persone, non associazioni. Qui occorre portare speranza».
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