Vasto (Ch), 19 set. (Apcom) - Ad Antonio Di Pietro le tregue forzate non sono mai piaciute: per questo ha aperto l'edizione di quest'anno della Festa dell'Italia dei Valori, ieri, con un attacco diretto al presidente del Consiglio, ignorando di fatto il clima di 'unità nazionale' chiesto e ottenuto dopo l'attentato di due giorni fa a Kabul. "Presto - ha detto - ci sarà l'implosione di Berlusconi, che cadrà con il dito alzato, facendo finta di niente fino all'ultimo minuto, esattamente come Saddam Hussein. Parafrasando le parole del presidente del Consiglio, dico che Silvio Berlusconi è stato, con il suo governo, il peggior presidente del Consiglio degli ultimi 150 anni". Frasi che non sono piaciute a molti della maggioranza, che hanno definito il leader dell'Idv "un barbaro". Di Pietro però ha tirato dritto e, nel pomeriggio di ieri, ha ripetuto la critica, mimando addirittura il gesto della caduta della statua del leader iracheno a dito alzato. Il tutto per lanciare il vero tema della prima giornata della festa di Vasto, ovvero la mancanza di libertà nell'informazione italiana. Con un occhio alle 'cose di casa', visto che la lamentale, concretizzata da Pancho Pardi, è stata che negli ultimi due mesi al Tg1 non è passato neanche un sonoro dei rappresentanti del Gabbiano. E chi, allora, meglio di Marco Travaglio, ospite alla festa, per rilanciare la questione e bocciare la scelta di rinviare la manifestazione sulla libertà d'informazione che doveva svolgersi oggi. "Questo clima di pacificazione che si è instaurato - ha detto il giornalista - mi ricorda l'appello di una settimana prima del G8. Non esiste un paese al mondo dove un presidente chiede ai giornali di non scrivere delle 'ragazze' del capo del governo... forse perchè gli altri capi di governo non vanno a 'ragazze' o se ci fanno non lo fanno pubblicamente o se lo fanno non le fanno ministri o sottosegratari. E' bastata una delle tantissime stragi in Afghanistan per annullarla e non capisco il perchè: si poteva benissimo dar vita a una sfilata silenziosa in cui si celebravano i funerali dei sei ragazzi morti a Kabul e della libertà d'informazione". Mentre Travaglio parlava, Di Pietro applaudiva, segno concreto della condivisione di termini e concetti. Ma ieri è stato anche il giorno in cui l'Idv ha rilanciato il proprio programma di "alternativa di governo", un programma che prevede una "exit strategy immediata dall'Afghanistan e un ripensamento generale dell'impegno italiano nelle missioni all'estero. Sul piano dell'economia, invece, occorre un maggior ricorso ad ammortizzatori sociali e più lotta al precariato, il tutto con una spasmodica caccia all'evasione fiscale, perchè la 'legalità' in tutti i settori è il leitmotive che ha accompagnato tutti gli interventi dei dipietristi. Per questa ragione, quindi, è stato ribadito il no a candidare chi abbia sentenze di colpevolezza a proprio carico passate in giudicato. Ultimo tema, quello delle alleanze: con il Pd "al nord non c'è problema, ma al Sud rischiamo lo stallo, perchè - ha spiegato Di Pietro - non appoggeremo le candidature degli uscenti in Campania, Puglia e Calabria".
http://www.apcom.net/newspolitica/20090919_050701_321efb6_71077.shtml
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