"Incontrai Giuseppe Graviano all'interno di un bar in via Veneto (a Roma, ndr). Graviano era molto felice, disse che avevamo ottenuto tutto e che queste persone non erano come quei 'quattro crasti' dei socialisti. La persona dalla quale avevamo ottenuto tutto era Berlusconi e c'era di mezzo un nostro compaesano, Dell'Utri". E' il contenuto del verbale dell'interrogatorio reso il 6 ottobre scorso dal neo collaboratore di giustizia Gaspare Spatuzza al procuratore aggiunto di Palermo Antonio
Ingroia e ai pm Lia Sava e Antonino Di Matteo.
Il verbale e' stato depositato oggi dal sostituto procuratore generale di Palermo Antonino Gatto nel processo d'appello a carico del senatore Marcello Dell'Utri (Pdl) accusato di concorso esterno in associazione mafiosa dopo la condanna in primo grado a 9 anni. Il collaboratore data il presunto incontro con il boss mafioso Giuseppe Graviano nel gennaio del '94.
"Io non conoscevo Berlusconi -aggiunge Spatuzza nelle dichiarazioni- e chiesi se era quello di Canale 5 e Graviano mi disse si'. Del nostro paesano mi venne fatto solo il cognome, Dell'Utri, non il nome. In sostanza, Graviano mi disse che grazie alla serieta' di queste persone noi avevamo ottenuto quello che cercavamo 'ci siamo messi il paese nelle mani', mettendo in evidenza la mancanza di serieta' dei socialisti negli anni precedenti. A quel punto abbiamo avuto via libera all'attentato all'Olimpico che poi falli' e non si riprogrammo' perche' i fratelli Graviano vennero arrestati e non se ne fece piu' nulla".
Spatuzza nel suo interrogatorio rivela quindi alcuni retroscena della presunta trattativa tra Stato e Cosa nostra. Cosi', racconta di un altro incontro avvenuto a Campofelice di Roccella, nel Palermitano, dopo la strage di Firenze nel '93. "Quell'incontro -ha detto ai magistrati- doveva essere finalizzato a programmare un attentato ai carabinieri da fare a Roma. Noi avevamo perplessita' perche' si trattava di 'fare morti' fuori dalla Sicilia. Graviano, per rassicurarci, ci disse che da quei morti avremmo tratto tutti benefici, a partire dai carcerati.
In quel momento io compresi che c'era una trattativa. Lo compresi perche' Graviano disse a me e a Lo Nigro se noi capivamo qualcosa di politica e ci disse che lui ne capiva. Questa affermazione mi fece intendere che c'era una trattativa che riguardava anche la politica. Da quel momento io dovevo organizzare l'attentato ai carabinieri e mi mossi in questo senso. Individuai quale obiettivo lo stadio Olimpico. Mentre preparavo l'attentato mi venne detto che dovevo potenziarne gli effetti lesivi e ,intanto, dovevo aspettare un nuovo incontro con Giuseppe Graviano a Roma che in effetti avvenne".
Alla domanda sul perche' non avesse riferito tutto subito sul presidente del Consiglio Silvio Berlusconi, Spatuzza ha risposto: "Perche' intendevo prima di tutto che venisse riconosciuta la mia attendibilita' su altri argomenti e poi riferirne, sia per ovvie ragioni inerenti la mia sicurezza sia per non essere sospettato di speculazioni su questo nome nella fase iniziale, gia' molto delicata della mia collaborazione".
http://www.italiainformazioni.com/giornale/cronacaregionale/68398/mafia-spatuzza-avevamo-ottenuto-tutto-grazie-berlusconi.htm#
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