“Caro presidente Garimberti, se fossi in lei non mi preoccuperei di quello che sto per dire, ma di quello che sta per fare lei, vero artefice del destino della Rai”
Michele Santoro si affida all’apertura di Annozero questa sera per rispondere alle polemiche sul rinnovo del suo contratto, e sfida l’azienza: “Se mi confermano, prenderò un euro a puntata”. “Io sono un giornalista della Rai, ho iniziato a Napoli – racconta Santoro – lavoravo con un vecchio tecnico con il camice bianco, perfezionista, uno di quelli che guarda dentro l’obiettivo. Noi siamo quelli della Rai. E spiega cosa vuol dire sentirsi “uno della Rai”.
DELLA RAI - “Io sono della Rai, ma all’annuncio del nostro passaggio a T media, il titolo ha guadagnato in borsa in un giorno. Chi siede nelle poltrone dell’Amministrazione Rai… è della Rai? Io guadagno molto, e ne sono orgoglioso: è il frutto del mio lavoro, e di quello di mio padre che ha fatto sacrifici per farci studiare. Si tratta di dignità del lavoro, di libertà. Le polemiche sono assist per la macchina del fango. Voi attaccando chi come me era figlio di ferroviere ed è arrivato qui, attaccate il sogno di quelli come mio padre. E dicevate che ero in onda solo per il giudice, mentre incassavamo milioni in pubblicità. Milioni spesi per trascinarmi nei tribunali. E se la prende con l’Agcom: “Napolitano, si rende conto che l’arbitro della comunicazione qui è lottizzato dai partiti? E’ uno scandalo mondiale”.
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