NEW YORK - Il pericolo maggiore è scampato. Ma resta comunque alta l’attenzione per Irene, l’uragano di categoria 1 che poi è stato declassato a tempesta tropicale, che ha messo a soqquadro gli States. Dodici i morti finora contati col passaggio della calamità. Tanta paura nella Grande Mela. Strade deserte, negozi sprangati, finestre coperte da pannelli di legno: una New York spettrale, col cielo gonfio di nuvole e pioggia, ha accolto l'arrivo di Irene. Raffiche di vento di 65 miglia orarie, pari a 104 km orari, hanno messo in ginocchio la metropoli. Ma la catastrofe paventata da autorità cittadine, media e dallo stesso presidente Obama, non è arrivata, anche se è ancora presto per fare una stima dei danni che il ciclone, che ha devastato la East Coast degli Stati Uniti, lascerà dietro di sé. E la gente disobbedisce agli ordini del primo cittadino Michael Bloomberg tornando per strada, con un sospiro di sollievo.
Prima di arrivare a lambire New York, Irene ha flagellato le coste del Maryland, dove 743.000 persone sono rimaste senza elettricità e dove si è spento da solo un reattore nucleare. Almeno 12 persone sono morte da quando ieri Irene ha toccato il territorio degli Usa - l'ultima vittima in Virginia per il crollo di un ramo sulla sua casa. E in New Jersey Irene è passata due volte: il governatore Chris Christie ha dichiarato che la devastazione causata dall'uragano - tempesta tropicale sarà stimata in decine di miliardi di dollari.
L'attesa a New York è stata trepidante e vagamente surreale. "Da questo momento la situazione peggiorerà. Il tempo per evacuare è finito", ha detto poco dopo le 22:00 locali (le 04:00 italiane) in una drammatica diretta televisiva il sindaco Bloomberg, che ha invitato quanti non si fossero allontanati dalla città - da cui sono state evacuate 370.000 persone dalle zone più a rischio, fra cui Downtown e Lower East Side a Manhattan - ad "andare a casa" e a restare lì fino a quando non sarà passato il peggio. Quindi almeno fino a "domenica sera", cioè fino a domattina in Italia.
Continua ...
Nessun commento:
Posta un commento