Genova, 9 ott. (Adnkronos/Ign) - Un eventuale condono "in un certo senso premia i furbi, mentre noi ora abbiamo bisogno che tutti paghino le tasse e rispettino le regole. Non credo che sia la scelta giusta". Lo ha detto il presidente di Confindustria, Emma Marcegaglia, intervistata da Fabio Fazio per la trasmissione di Raitre 'Che tempo che fa'.Nonostante esponenti della maggioranza indichino la possibilità di fare un nuovo condono, per la Marcegaglia "non credo che si farà e non lo giudico bene". A noi "servono manovre strutturali per ridurre il debito e il deficit e poi il condono sarebbe in un momento in cui giustamente dobbiamo combattere fortemente l'evasione fiscale e l'illegalità". Il condono in questo momento, ha avvertito, "dà un messaggio assolutamente sbagliato".Secondo la leader degli industriali, il decreto sviluppo è l'ultima chance del governo: ''Deve essere fatto, si parla dei prossimi giorni". ''Bisogna fare in fretta, bene, fare cose importanti - dice - al limite anche impopolari, magari scontentando pezzi della maggioranza".Marcegaglia sgombra poi il campo dalle ipotesi di un suo ingresso in politica: "Non sono interessata a fare il leader del terzo polo in nessun modo". Ed ha negato contatti in questo senso con il leader dell'Udc: "Con Casini non ci siamo parlati. Lo stimo e siamo amici ma non c'è un dibattito su questo tema. Ci sono illazioni e a volte strumentalizzazioni".Il numero uno degli industriali sottolinea che "il 24 maggio, quando scadrà la mia presidenza in Confindustria, torno a fare l'imprenditrice e la mamma a tempo pieno. Voglio tornare a fare l'imprenditore: un imprenditore che fa bene il suo mestiere ha già un ruolo importante". Interrogata su chi sia il suo candidato preferito, la Marcegaglia ha replicato che "la regola aurea è che i presidenti uscenti non si occupano della campagna elettorale e io intendo rispettarla" ma "alla fine si troverà un candidato che sarà il presidente di tutti".Quanto alla Fiat, ''manterrà il suo investimento in Italia. Stimo Marchionne e penso che la Fiat sia un grande gruppo". Il numero uno degli industriali ha spiegato di non conoscere le ragioni per cui il gruppo automobilistico sia uscito da Confindustria. "Noi - ha detto - rappresentiamo imprese anche disponibili alla rottura per cambiare, ma anche convinte che per continuare a produrre in Italia bisogna trovare una convergenza con i sindacati e i lavoratori. No allo scontro continuo".
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