Il professor De Masi ha dato disciplinatamente le dimissioni richiesteMa ora il ministro dell'Ambiente è alle prese con le proteste
Il silenzio operoso del ministro dell'Ambiente Stefania Prestigiacomo sta producendo i primi risultati sul campo. Ha decapitato il Parco nazionale del Cilento, cacciato il presidente che si era presentato alla comunità abolendo i riti di un ceto politico piuttosto nullafacente, insaziabile nella propria avidità, a volte corrotto, quasi sempre inerme di fronte agli scempi che hanno devastato una delle coste più belle d'Italia. Infatti per una bizzarra (e davvero non più replicabile) coincidenza astrale era stato indicato alla presidenza del Parco il sociologo Domenico De Masi. La disperazione in cui si era trovato il presidente della Regione Campania Antonio Bassolino, colmo fino alla testa dei rifiuti napoletani, e la debolezza politica del ministro uscente Alfonso Pecoraro Scanio, avevano prodotto in limine mortis (febbraio di quest'anno) una concertazione anomala e partorito una indicazione di qualità, autorevole, estranea alle beghe locali, distante dalle responsabilità che hanno trasformato il Parco più grande d'Italia in un ammasso di clientele, una rete vergognosa di collusioni che invece di promuovere e tutelare il territorio lo hanno debilitato e asservito.
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