Le strade della Campania sembrano sempre più simili a quelle del far west che a quelle “Strade sicure”, invece, volute dal governo che ha provveduto ad inviare da alcune settimane, anche nel capoluogo partenopeo, duecento militari circa. Pattuglie miste che vedono militari e forze dell’ordine impiegate nel pattugliamento di luoghi con maggiore affluenza turistica e per il presidio di obiettivi sensibili. Nessuna di queste unità, però, è stata inviata a Scampia, Forcella o ai Quartieri Spagnoli probabilmente, si può dedurre, perché nessuna di queste zone è meta turistica e forse, per chi decide la gestione del controllo del territorio, sono da considerarsi quartieri irrimediabilmente irrecuperabili.
Un’operazione che, fino ad ora, se si esclude qualche azione antipirateria con piccoli sequestri di materiale contraffatto, non sembra aver sortito quei frutti che il ministro degli interni Maroni continua ad auspicarsi. Nonostante i reati siano in calo, 76.094 nel primo semestre 2007, 68.990 nei primi sei mesi di quest’anno (i dati sono stati forniti dalla Questura di Napoli durante l’incontro di ferragosto), i cittadini non percepiscono “quella maggiore sicurezza” che si crede possa essere offerta esclusivamente dalla presenzenza sul territorio di una piccola aliquota di militari. Anche il nuovo questore di Napoli Puglisi ha dichiarato come sia “necessaria molta prevenzione rispetto alla comunque importante repressione”.
Ma veniamo ai fatti. Le strade in terra di camorra continuano ad essere insicure, chi vuole sparare lo fa sapendo di rimanere impunito perché cosciente di quel potere diffuso che consente alla criminalità organizzata un perfetto controllo del territorio. Proprio mentre i militari giungono a Napoli accolti da pontificazioni e le poche analisi oggettive a Castel Volturno, qualche chilometro più a nord, in un agguato di camorra vengono assassinati due immigrati albanesi.
Continua ...
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