Il Darfur resta di difficile accesso all’informazione internazionale nonostante che il presidente Omar Al Bashir (su cui pende la richiesta di incriminazione per genocidio da parte del tribunale internazionale dell’Aja) stia cercando di accelerare il processo previsto dagli accordi degli anni scorsi.Ne abbiamo avuto una esperienza diretta nei giorni scorsi. La sede della Rai di Nairobi aveva avviato nello scorso mese di aprile l’iter per poter accedere nella regione. Tempi dilatati da continui rimandi e difficoltà di tipo burocratico, obiezioni, ritardi nei rilasci di visti e permessi ma alla fine è arrivato il sospirato “sì” dalle autorità di Khartoum.Altri 4 giorni di attesa nella capitale sudanese per perfezionare ulteriormente i permessi e poi la partenza per Geneina, la capitale del Darfur occidentale. Qui altri 4 giorni di stop (sempre di perfezionamento dei permessi: repetita iuvant) prima di partire alla volta di Garsila, prima tappa concordata con le autorità di lavoro per il reportage.Ma a bloccare tutto sono arrivati gli scontri tra esercito e ribelli asserragliati nel campo profughi di Kalma (nei pressi di Nyala, capitale del darfur meridionale) che ospita 90 mila sfollati. Bilancio degli incidenti pesantissimo: almeno 46 morti (tra cui molte donne e bambini) e 200 feriti.
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