La Ministra, o il Ministro, esprime la sua visione di scuola davanti ad una platea attenta, i giornalisti annotano – come d’uso – frasi, parole, atteggiamenti e gesti – e scrivono. I loro racconti finiscono nelle pagine dei giornali, ben titolati. A questo punto qualcosa s’inceppa, il Ministro legge che cosa scrivono i giornali, che cosa dicono i telegiornali e la radio, e s’arrabbia. Le critiche sono feroci, i suoi impegni snobbati, le sue competenze messe in discussione. Ma che hanno capito, questi qui, pensa. Mi hanno messo in bocca c ose che non ho detto. Non ha dubbi, le critiche sono infondate, le parole travisate, le opinioni fraintese. Allora mette in moto il suo staff, chiama la televisione di Stato, ordina una nota di smentita da diramare a tutte le agenzie di stampa. Per affermare che cosa? Che si sono sbagliati tutti quanti, non voleva dire ciò che gli (o le) è stato fatto dire.
Non sempre, tuttavia, la sconfessione di se stesso è spontanea. Capita, assai di frequente invero, che qualcuno, magari molto autorevole, fa notare al Ministro o alla Ministra di avere affermato solenni cazzate, che esse potrebbero danneggiare il governo e minare i consensi faticosamente raccolti dal partito o dalla coalizione. Insomma, bisogna correre ai ripari, e subito.
Risultato: i giornalisti non hanno capito niente.
Continua ...
http://www.siciliainformazioni.com/giornale/politica/27213/nata-nuova-categoria-politici-ministro-frainteso-dice-cosa-addebitano-altro-come-capitato-allavvocato-gelimi-ministra-dellistruzione.htm
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