MILANO - Silvio Berlusconi non si ferma. La difesa del premier ha presentato un ricorso in Cassazione contro il provvedimento col quale, il 17 luglio scorso, i giudici della quinta corte d'Appello di Milano hanno respinto la ricusazione nei confronti del giudice Nicoletta Gandus, chiamata a giudicare il premier e l'avvocato inglese David Mills per corruzione in atti giudiziari. Nicolò Ghedini e Piero Longo, i legali del presidente del Consiglio, avevano sostenuto, nell'istanza di ricusazione, che il giudice Gandus avesse in passato manifestato una "grave inimicizia" verso il loro assistito. I giudici della Corte d'Appello di Milano, invece, avevano ritenuto l'istanza ammissibile ma "infondata nel merito", sostenendo che per poter accogliere la richiesta di ricusare il giudice, si sarebbe dovuta individuare un'avversione verso la persona di Berlusconi. Le opinioni manifestate dalla Gandus in diversi siti internet erano rivolte, secondo i giudici d'appello, all'esecutivo guidato dal premier e alle sue politiche legislative, ma non alla persona. Una tesi che i legali del Cavaliere contestano: "Impossibile pensare a Berlusconi senza collegare immediatamente allo stesso la sua attività politica". Chiedendo alla Cassazione di annullare la decisione della Corte, ribandendo che il giudice Gandus "nutre ostilità ideologica profonda nei confronti di Berlusconi che non può non interessare anche la persona".
In un altro passaggio del ricorso, i legali sottolineano che "il giudice deve apparire, oltre che essere, imparziale" e che i giudici della Corte d'appello, che hanno respinto la ricusazione, non possono "avere alcuna conoscenza del foro interno del giudice ricusato, conoscenza preclusa a tutti fuorchè all'interessato: essi, pertanto, possono e devono giudicare sull'apparenza di terzietà".
http://www.repubblica.it/2008/07/sezioni/politica/giustizia-10/mills-ricusazione/mills-ricusazione.html
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