E’ il “caso Genchi” ad essere ora alla ribalta della cronaca.
Messo fuori gioco De Magistris con le sue scottanti inchieste e i giudici di Salerno che avevano scoperto un complotto ai suoi danni (volto proprio a soffiargli le indagini), si punta ora al consulente informatico delle procure Gioacchino Genchi.
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Da oltre un anno destituito dall’incarico che proprio su delega dell’allora pm De Magistris aveva assunto nell’ambito delle inchieste Why Not e Poseidone.A intervenire sulla questione, neanche a dirlo, tutto il meglio della politica bipartisan, capitanata questa volta da Francesco Rutelli, presidente del comitato parlamentare per la sicurezza della Repubblica “Copasir”. E in straordinaria concomitanza con le polemiche sulla tecnica investigativa delle intercettazioni che dal Presidente del Consiglio in giù – chissà perché - tutti vorrebbero eliminare.Il pretesto, questa volta, è un fantomatico archivio illegale del quale Genchi sarebbe in possesso e che conterrebbe oltre un milione di conversazioni telefoniche oltre a centinaia di migliaia di record anagrafici, più di 1400 tabulati utilizzati nell’ambito dei procedimenti catanzaresi e chissà quanto altro ancora. Accusa non nuova, per la verità, già formulata a seguito dell’avocazione del procedimento Why Not a De Magistris, quando l’Avvocato generale Dolcino Favi aveva sollevato il dottor Genchi dall’incarico di consulenza nel procedimento. Punto sul quale avevano investigato i giudici di Salerno Apicella, Nuzzi e Verasani, riportando le loro conclusioni nel discusso decreto di perquisizione probatoria sfociato nei sequestri dello scorso 2 dicembre. “Gli approfondimenti esperiti da questo ufficio”, si legge nel documento, testualmente, “hanno evidenziato una serie di gravi patologie. Si evidenziano, in primis, i gravi profili di illiceità inficianti il modus operandi del procuratore generale avocante, dr. Dolcino Favi, che, dopo aver illegalmente avocato a sé il procedimento c.d. Why Not, disponeva la revoca con effetto immediato dell’incarico di consulenza del dr. Genchi, sulla base di un provvedimento privo di sostanziale motivazione, né sorretto da alcun dato concreto, documentale e/o informativo, di riscontro effettivo alle asserite presunte illegittimità ascrivibili al consulente nell’espletamento del mandato e alla eccessiva onerosità delle sue prestazioni”.
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