BARI - Riformando la sentenza di primo grado, i giudici della terza sezione penale della corte d'appello di Bari hanno inflitto 14 condanne ad altrettanti esponenti delle Brigate Rosse ritenuti responsabili di istigazione a delinquere, per aver rivendicato l'omicidio di Massimo D'Antona, ucciso a Roma il 20 maggio 1999. Altri due imputati, Giuseppe May, direttore del 'Bollettino' dell'associazione 'Solidarieta' proletarià e Francesco Donati sono stati invece assolti. Ad un anno e 9 mesi di reclusione ciascuno sono stati condannati Giuseppe Armante, Maria Cappello, Tiziana Cherubini, Enzo e Franco Grilli, Franco Lamaestra, Flavio Lori, Rossella Lupo, Fausto Marini, Fabio Ravalli, Vincenza Vaccaro, Antonino Fosso, Franco Galloni e Michele Mazzei. I giudici hanno ritenuto non più previsto dalla legge il reato di apologia sovversiva antinazionale (art. 272 del Codice penale), abrogato dal legislatore nel 2006.
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