"Non c'e' futuro nel nucleare": Antonio Di Pietro commenta cosi' l'intervista fatta per il suo blog a Giuseppe Onufrio, direttore di Greenpeace Italia.
"Il governo Berlusconi - aggiunge Di Pietro - ci allontana dal vero sviluppo energetico di cui abbiamo bisogno e ci spinge su binari lontani dalle energie rinnovabili, unica vera opportunita' nei prossimi decenni. Alle elezioni europee di giugno torniamo in Europa, con le energie rinnovabili". "La verita' - afferma infatti il rappresentante di Greenpeace - e' che dobbiamo avere chiaro tutti che il nucleare e' un settore in forte crisi, che non e' stato cancellato dagli ecologisti, ma e' stato cancellato dal mercato e dal fatto che dopo 60 anni i costi sono cresciuti invece che diminuire, e soprattutto tutti i problemi, dalla gestione delle scorie ad avere oggetti intrinsecamente sicuri, non sono stati risolti".
"Siamo di fronte ad una tecnologia che e' in crisi, richiede molti soldi laddove il mercato e' stato liberalizzato, e soprattutto questo dibattito rischia di farci perdere il treno delle rinnovabili e dell'efficienza. Questi quattro reattori proposti dal governo, se mai verranno fatti, produrranno circa 42-45 miliardi di kW/h: gli obiettivi europei per le rinnovabili, solo nel settore elettrico, sono di 50 miliardi in piu' al 2020, e se guardiamo anche all'efficienza, cioe' sostituire le apparecchiature con cui utilizziamo l'energia con apparecchiature piu' efficienti, il potenziale tecnico e gli obiettivi sarebbero nell'ordine dei 100 miliardi.
Fonti rinnovabili ed efficienza hanno un potenziale triplo rispetto al nucleare e dal punto di vista occupazionale almeno 10 volte di piu"', conclude Onufrio.
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