L'Accordo del 1979 tra Stato spagnolo e Santa Sede relativo agli affari economici e' intoccabile... ma non del tutto. Il Governo Zapatero, che per cinque anni non ha voluto rimettere in discussione quel testo, sta per introdurre una modifica nella normativa, in modo che alcuni beni della Chiesa paghino l'imposta da cui finora sono stati esentati: quella sulle costruzioni e le opere (ICIO). La vicepresidente, Elena Salgado, ha sottoposto il progetto di modifica alla Federazioni dei Municipi e delle Province (FEMP) perche' dia il suo parere, essendo l'ICIO un'imposta locale. L'accordo del 1979 riconosce alla Chiesa l'esenzione "totale e permanente" delle imposte "reali" sul reddito e il patrimonio. La esime inoltre dal pagare la principale imposta municipale, quella dei beni immobili (IBI), ma in questo caso con un'eccezione: la devono pagare quei beni che, pur essendo proprieta' della Chiesa, non sono finalizzati al culto -collegi, scuole dell'infanzia, ospedali, mense, centri assistenziali, residenze per adulti e centri diurni. Appare dunque in dirittura d'arrivo la battaglia intrapresa dall'eurodeputato di IU, Willy Meyer, il quale ha chiesto per cinque volte alla Commissione Europea di costringere la Spagna a sospendere il privilegio che, secondo lui, e' l'esenzione dell'imposta ICIO.
http://www.aduc.it/dyn/ucquot/
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