ROMA - Nel centrodestra non era mai accaduto. La parola "rassegnazione" o il termine "precarietà" erano banditi dal vocabolario politico scelto da Silvio Berlusconi. E invece nell'ultima settimana sono spuntati fuori come se fossero sgraditi neologismi. Attraversano tutta la maggioranza. Scuotono i "big" e i peones. Suscitando per la prima volta la voglia di scendere dal carro del Cavaliere. Un dramma messo in scena negli ultimi due giorni nel teatro di Montecitorio. Protagonisti gli uomini del Pdl seduti ai loro banchi. Sempre sereni e decisi nell'ultimo anno, ora tesi e dubbiosi. "Altro che 25 luglio - si lascia scappare allora Mario Pepe, forzista di Salerno - Almeno il Gran Consiglio votava l'ordine del giorno Grandi, qui non si vota da nessuna parte". Nervosismo tangibile. Preoccupazione per il futuro. Il passaparola tra gli scranni della Camera diventa un ritornello: "Questa volta ne esce fuori?". "Certo la situazione è difficile - ammette Peppino Calderisi -. Ci si mette pure Ghedini a dire che Berlusconi sarebbe un "utilizzatore finale" delle ragazze. Come andrà a finire?". Dubbi tanto diffusi che mercoledì proprio nell'emiciclo di Montecitorio era iniziata a circolare la voce del tutto infondata che il capo del governo si sarebbe dimesso il giorno successivo.
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http://www.repubblica.it/2009/06/sezioni/politica/berlusconi-divorzio-8/paure-pdl/paure-pdl.html
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